domenica 18 novembre 2012

da "La Luce Sul Sentiero" di Mabel Collins

"Queste regole sono scritte per tutti i discepoli. Seguitele:



Prima che gli occhi possano vedere devono essere incapaci di lacrime. Prima che l'orecchio possa udire, esso deve aver perduta la sua sensibilità. Prima che la voce possa parlare in presenza dei Maestri, deve aver perduto il potere di ferire. Prima che l'anima possa stare alla presenza dei Maestri, i suoi piedi devono esser lavati nel sangue del cuore."



Si dice dunque: "prima che gli occhi possano vedere, devono essere incapaci di lacrime".
Di che vista stiamo parlando? Ritengo con una certa sicurezza che non si parli qui della vista fisica, ma dei sensi superiori e quindi della vista spirituale.

La vista legata all'organo di senso fisico degli occhi, suscita in noi impressioni e quindi emozioni e sentimenti che muovono il corpo astrale/anima. Queste emozioni sono di varia natura, dalla gioia al dolore, dal riso al pianto, dalla simpatia all'antipatia, tutti movimenti animici conseguenti ad impressioni sensoriali.
La vista che si vuole sviluppare, la vista spirituale in grado di "vedere" il mondo spirituale, necessita di calma interiore, di equilibrio dell'anima. Per tanto dovremmo esercitarci a non dipendere nei nostri movimenti animici dalle impressioni della vista, a non piangere (di gioia o di dolore) come se ci strappassero l'anima, ossia lasciando che essa venga spinta in un movimento eccessivo. Dobbiamo essere padroni di ciò che i sensi suscitano in noi.
Questa padronanza, non è paragonabile all'indifferenza, poichè sempre siamo chiamati ad una calda partecipazione.

Continuando "Prima che l'orecchio possa udire, esso deve aver perduta la sua sensibilità".
Anche in questo caso non parliamo di udito fisico, ma di un udito spirituale.
Cosa significa che l'udito deve perdere la sua sensibilità? Forse che deve divenire sordo? Se così fosse si sarebbe scritto che l'orecchio deve perdere la sua funzione o capacità, mentre, anche in questo caso come sopra, la sensibilità è più legata all'anima, al corpo astrale, al mondo delle emozioni e dei sentimenti. Ciò che udiamo muove la nostra anima, suscita emozioni, ci spinge da un lato e dall'altro.
Per udire quanto proviene dal mondo sovrasensibile, dovremo quindi saper udire senza che il nostro animo venga mosso da ciò che ode come una banderuola.

"Prima che la voce possa parlare in presenza dei Maestri, deve aver perduto il potere di ferire":
Ad un primo sguardo questa frase sembra di semplice comprensione: prima di poter proferire parola in presenza dei Maestri, la nostra voce non deve essere più in grado di ferire coloro a cui ci rivolgiamo.

La voce, come la vista e l'udito non è solo un senso fisico. La voce come attributo spirituale non emette suoni che l'organo fisico dell'orecchio possa udire. Essa forse è quello che emerge da un'anima pura, incapace di giudizio, che ama tutto e tutti in modo incondizionato e grazie alla quale il nostro sguardo si posa sull'altro pulito e trasparente, accogliente e caloroso.
Se la nostra anima conosce solo la libertà dell'amore, anche la nostra voce interiore sarà amorevole, non giudicherà i "difetti" dell'altro, non proferirà parole con tono di superiorità e così via.
Solo allora potrà rivolgersi ai Maestri. Ma chi sono questi Maestri? Sono forse quelli mondani? Io penso che i Maestri siano le nostre guide spirituali, gli esseri spirituali oltre la soglia, il nostro angelo custode, quegli esseri insomma che appartengono al mondo spirituale e che da lì ci guidano e sostengono.
In sintesi: solo quando la nostra anima sarà così pura, candida e intrisa d'amore, che la sua voce non sarà in grado di ferire in alcun modo, potremmo presentarci al cospetto dei nostri Maestri spirituali e rivolgerci a loro.

C'è un'altra condizione però per poter stare alla presenza dei Maestri: "Prima che l'anima possa stare alla presenza dei Maestri, i suoi piedi devono essere lavati nel sangue del cuore".
I piedi dell'anima, secondo me, indicano una delle tre forze che le appartengono, ossia la volontà (le tre forze sono: pensare, sentire e volere) in quanto i piedi, gli arti, sono la sede in cui essa si manifesta. La volontà ha a che fare con l'azione.
Questi "piedi" dell'anima ci viene detto che devono essere lavati nel sangue del cuore. Il cuore è simbolo della vita di sentimento, mentre il sangue è antroposoficamente il veicolo dell'Io. Allora "Il sangue del cuore" potrebbe indicare la vita di sentimento guidata dall'Io.
Così procedendo avremo che un'anima potrà stare alla presenza dei Maestri, qualora le sue azioni, la sua volontà, abbiano origine in una vita di sentimento guidata dall'Io.