Ecco una lista di alcuni fertilizzanti e antiparassitari naturali per le vostre piante:
FONDI DI CAFFE':
Assorbe calore dal sole ed aiuta la terra a scaldarsi; aggiunge sostanze nutrienti, scoraggia parassiti, lumache e mosche.
a) Spargere i fondi di caffè sul terreno (meglio se ancora freschi) senza mischiarli ad esso o ad altre componenti naturali.
b) Mettere circa 500 gr di fondi di caffè (circa due tazze) in un secchio con 5 litri d'acqua abbastanza calda per qualche ora. Vi sarà in questo caso un rilascio d'azoto che potremo spargere sull terra dopo aver fatto raffreddare un po' l'acqua.
ACQUA DI COTTURA:
Innaffiare le piante con acqua di cottura di UOVA, PASTA, RISO, CEREALI e VERDURE. L'acqua è ricca di sali minerali e sostanze nutritive.
Va versata fredda.
ORTICA:
Raccogliere un po' dii ortica e lasciarla a macerare per almeno una settimana. Ecco un ottimo concime liquido.
GUSCI D'UOVO:
Sono ottimi come concime e come repellente naturale. Tritati finemente e sparsi sulla terra tengono lontani bruchi e lumache.
SAPONE DI CASTIGLIA:
E' un sapone a base di oliva ed è assai utile per la cocciniglia e gli afidi delle ROSE.
Procurarsi un contenitore munito di spray, aggiungere dell'acqua e circa 10 cl di sapone di Castiglia, un pizzico di aglio in polvere e uno di pepe, infine foglie di menta sminuzzate.
Agitare bene e spruzzare.
POMODORO:
La pianta di pomodoro è ricca di alcaloidi che non sono molto amati dagli afidi e dai vermi così come dalle tarme.
Mettere delle foglie di pomodoro tritate in ammollo in una tazza tipo quelle per la colazione, piena d'acqua; lasciarle a macerare per almeno 8 ore, filtrarle e diluirle con altre due tazze di acqua.
Vaporizzare sulle piante. Fare attenzione poichè è tossico per cani e gatti.
Il Respiro del Cosmo
martedì 4 dicembre 2012
Fertilizzanti e antiparassitari NATURALI
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domenica 18 novembre 2012
da "La Luce Sul Sentiero" di Mabel Collins
"Queste regole sono scritte per tutti i discepoli. Seguitele:
Prima che gli occhi possano vedere devono essere incapaci di lacrime. Prima che l'orecchio possa udire, esso deve aver perduta la sua sensibilità. Prima che la voce possa parlare in presenza dei Maestri, deve aver perduto il potere di ferire. Prima che l'anima possa stare alla presenza dei Maestri, i suoi piedi devono esser lavati nel sangue del cuore."
Si dice dunque: "prima che gli occhi possano vedere, devono essere incapaci di lacrime".
Di che vista stiamo parlando? Ritengo con una certa sicurezza che non si parli qui della vista fisica, ma dei sensi superiori e quindi della vista spirituale.
La vista legata all'organo di senso fisico degli occhi, suscita in noi impressioni e quindi emozioni e sentimenti che muovono il corpo astrale/anima. Queste emozioni sono di varia natura, dalla gioia al dolore, dal riso al pianto, dalla simpatia all'antipatia, tutti movimenti animici conseguenti ad impressioni sensoriali.
La vista che si vuole sviluppare, la vista spirituale in grado di "vedere" il mondo spirituale, necessita di calma interiore, di equilibrio dell'anima. Per tanto dovremmo esercitarci a non dipendere nei nostri movimenti animici dalle impressioni della vista, a non piangere (di gioia o di dolore) come se ci strappassero l'anima, ossia lasciando che essa venga spinta in un movimento eccessivo. Dobbiamo essere padroni di ciò che i sensi suscitano in noi.
Questa padronanza, non è paragonabile all'indifferenza, poichè sempre siamo chiamati ad una calda partecipazione.
Continuando "Prima che l'orecchio possa udire, esso deve aver perduta la sua sensibilità".
Anche in questo caso non parliamo di udito fisico, ma di un udito spirituale.
Cosa significa che l'udito deve perdere la sua sensibilità? Forse che deve divenire sordo? Se così fosse si sarebbe scritto che l'orecchio deve perdere la sua funzione o capacità, mentre, anche in questo caso come sopra, la sensibilità è più legata all'anima, al corpo astrale, al mondo delle emozioni e dei sentimenti. Ciò che udiamo muove la nostra anima, suscita emozioni, ci spinge da un lato e dall'altro.
Per udire quanto proviene dal mondo sovrasensibile, dovremo quindi saper udire senza che il nostro animo venga mosso da ciò che ode come una banderuola.
"Prima che la voce possa parlare in presenza dei Maestri, deve aver perduto il potere di ferire":
Ad un primo sguardo questa frase sembra di semplice comprensione: prima di poter proferire parola in presenza dei Maestri, la nostra voce non deve essere più in grado di ferire coloro a cui ci rivolgiamo.
La voce, come la vista e l'udito non è solo un senso fisico. La voce come attributo spirituale non emette suoni che l'organo fisico dell'orecchio possa udire. Essa forse è quello che emerge da un'anima pura, incapace di giudizio, che ama tutto e tutti in modo incondizionato e grazie alla quale il nostro sguardo si posa sull'altro pulito e trasparente, accogliente e caloroso.
Se la nostra anima conosce solo la libertà dell'amore, anche la nostra voce interiore sarà amorevole, non giudicherà i "difetti" dell'altro, non proferirà parole con tono di superiorità e così via.
Solo allora potrà rivolgersi ai Maestri. Ma chi sono questi Maestri? Sono forse quelli mondani? Io penso che i Maestri siano le nostre guide spirituali, gli esseri spirituali oltre la soglia, il nostro angelo custode, quegli esseri insomma che appartengono al mondo spirituale e che da lì ci guidano e sostengono.
In sintesi: solo quando la nostra anima sarà così pura, candida e intrisa d'amore, che la sua voce non sarà in grado di ferire in alcun modo, potremmo presentarci al cospetto dei nostri Maestri spirituali e rivolgerci a loro.
C'è un'altra condizione però per poter stare alla presenza dei Maestri: "Prima che l'anima possa stare alla presenza dei Maestri, i suoi piedi devono essere lavati nel sangue del cuore".
I piedi dell'anima, secondo me, indicano una delle tre forze che le appartengono, ossia la volontà (le tre forze sono: pensare, sentire e volere) in quanto i piedi, gli arti, sono la sede in cui essa si manifesta. La volontà ha a che fare con l'azione.
Questi "piedi" dell'anima ci viene detto che devono essere lavati nel sangue del cuore. Il cuore è simbolo della vita di sentimento, mentre il sangue è antroposoficamente il veicolo dell'Io. Allora "Il sangue del cuore" potrebbe indicare la vita di sentimento guidata dall'Io.
Così procedendo avremo che un'anima potrà stare alla presenza dei Maestri, qualora le sue azioni, la sua volontà, abbiano origine in una vita di sentimento guidata dall'Io.
Prima che gli occhi possano vedere devono essere incapaci di lacrime. Prima che l'orecchio possa udire, esso deve aver perduta la sua sensibilità. Prima che la voce possa parlare in presenza dei Maestri, deve aver perduto il potere di ferire. Prima che l'anima possa stare alla presenza dei Maestri, i suoi piedi devono esser lavati nel sangue del cuore."
Si dice dunque: "prima che gli occhi possano vedere, devono essere incapaci di lacrime".
Di che vista stiamo parlando? Ritengo con una certa sicurezza che non si parli qui della vista fisica, ma dei sensi superiori e quindi della vista spirituale.
La vista legata all'organo di senso fisico degli occhi, suscita in noi impressioni e quindi emozioni e sentimenti che muovono il corpo astrale/anima. Queste emozioni sono di varia natura, dalla gioia al dolore, dal riso al pianto, dalla simpatia all'antipatia, tutti movimenti animici conseguenti ad impressioni sensoriali.
La vista che si vuole sviluppare, la vista spirituale in grado di "vedere" il mondo spirituale, necessita di calma interiore, di equilibrio dell'anima. Per tanto dovremmo esercitarci a non dipendere nei nostri movimenti animici dalle impressioni della vista, a non piangere (di gioia o di dolore) come se ci strappassero l'anima, ossia lasciando che essa venga spinta in un movimento eccessivo. Dobbiamo essere padroni di ciò che i sensi suscitano in noi.
Questa padronanza, non è paragonabile all'indifferenza, poichè sempre siamo chiamati ad una calda partecipazione.
Continuando "Prima che l'orecchio possa udire, esso deve aver perduta la sua sensibilità".
Anche in questo caso non parliamo di udito fisico, ma di un udito spirituale.
Cosa significa che l'udito deve perdere la sua sensibilità? Forse che deve divenire sordo? Se così fosse si sarebbe scritto che l'orecchio deve perdere la sua funzione o capacità, mentre, anche in questo caso come sopra, la sensibilità è più legata all'anima, al corpo astrale, al mondo delle emozioni e dei sentimenti. Ciò che udiamo muove la nostra anima, suscita emozioni, ci spinge da un lato e dall'altro.
Per udire quanto proviene dal mondo sovrasensibile, dovremo quindi saper udire senza che il nostro animo venga mosso da ciò che ode come una banderuola.
"Prima che la voce possa parlare in presenza dei Maestri, deve aver perduto il potere di ferire":
Ad un primo sguardo questa frase sembra di semplice comprensione: prima di poter proferire parola in presenza dei Maestri, la nostra voce non deve essere più in grado di ferire coloro a cui ci rivolgiamo.
La voce, come la vista e l'udito non è solo un senso fisico. La voce come attributo spirituale non emette suoni che l'organo fisico dell'orecchio possa udire. Essa forse è quello che emerge da un'anima pura, incapace di giudizio, che ama tutto e tutti in modo incondizionato e grazie alla quale il nostro sguardo si posa sull'altro pulito e trasparente, accogliente e caloroso.
Se la nostra anima conosce solo la libertà dell'amore, anche la nostra voce interiore sarà amorevole, non giudicherà i "difetti" dell'altro, non proferirà parole con tono di superiorità e così via.
Solo allora potrà rivolgersi ai Maestri. Ma chi sono questi Maestri? Sono forse quelli mondani? Io penso che i Maestri siano le nostre guide spirituali, gli esseri spirituali oltre la soglia, il nostro angelo custode, quegli esseri insomma che appartengono al mondo spirituale e che da lì ci guidano e sostengono.
In sintesi: solo quando la nostra anima sarà così pura, candida e intrisa d'amore, che la sua voce non sarà in grado di ferire in alcun modo, potremmo presentarci al cospetto dei nostri Maestri spirituali e rivolgerci a loro.
C'è un'altra condizione però per poter stare alla presenza dei Maestri: "Prima che l'anima possa stare alla presenza dei Maestri, i suoi piedi devono essere lavati nel sangue del cuore".
I piedi dell'anima, secondo me, indicano una delle tre forze che le appartengono, ossia la volontà (le tre forze sono: pensare, sentire e volere) in quanto i piedi, gli arti, sono la sede in cui essa si manifesta. La volontà ha a che fare con l'azione.
Questi "piedi" dell'anima ci viene detto che devono essere lavati nel sangue del cuore. Il cuore è simbolo della vita di sentimento, mentre il sangue è antroposoficamente il veicolo dell'Io. Allora "Il sangue del cuore" potrebbe indicare la vita di sentimento guidata dall'Io.
Così procedendo avremo che un'anima potrà stare alla presenza dei Maestri, qualora le sue azioni, la sua volontà, abbiano origine in una vita di sentimento guidata dall'Io.
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giovedì 17 maggio 2012
Di Infinito Spazio Plasmato
Nei Momenti più Segreti
Incontro Te, Alveolo del mio Sentire.
Con il Cuore di Spazio Infinito Plasmato
Apro il Varco al Tuo Silenzio
Che mi Parla di Noi e del Cosmo.
Rimani il Tempo occorrente a fare
Di questo Nulla, Spazio Accogliente
E non Spegnere il Pensiero
Che ho di Te in questo Eterno Oggi.
E’ nella mia Essenza
Che Incontro Te,
E nella tua Forma
Che scopro Me
Incontro Te, Alveolo del mio Sentire.
Con il Cuore di Spazio Infinito Plasmato
Apro il Varco al Tuo Silenzio
Che mi Parla di Noi e del Cosmo.
Rimani il Tempo occorrente a fare
Di questo Nulla, Spazio Accogliente
E non Spegnere il Pensiero
Che ho di Te in questo Eterno Oggi.
E’ nella mia Essenza
Che Incontro Te,
E nella tua Forma
Che scopro Me
lunedì 26 marzo 2012
La Congiunzione - Poesia
La congiunzione
Nostalgia di Infinito Silenzio,
assaporato come Fiele d'Assenzio.
Melanconia d'antichi Ardori,
al tempo trascorso dei Mori.
Disperde la sera Vetuste Memorie,
racconta il Viandante Antiche Storie.
E l'Incanto sorpreso dall'Attimo Atteso,
Trabocca d'Ardore, Dissipa l'Amore.
Nostalgia di Infinito Silenzio,
assaporato come Fiele d'Assenzio.
Melanconia d'antichi Ardori,
al tempo trascorso dei Mori.
Disperde la sera Vetuste Memorie,
racconta il Viandante Antiche Storie.
E l'Incanto sorpreso dall'Attimo Atteso,
Trabocca d'Ardore, Dissipa l'Amore.
lunedì 6 febbraio 2012
Ricette - Fare il pane in casa
500 gr di farina
300 gr di acqua
15 gr di lievito di birra in cubetto
1 cucchiaino raso di sale
...
1) sciogliere il lievito di birra nell'acqua (tiepida)
2) versare la farina in una terrina e aggiungere l'acqua con il lievito un po' alla volta
3) lavorare l'impasto a mano finchè diventa omogeneo
4) aggiungere il sale (adesso perchè non deve entrare a contatto con il lievito)
5) lavorare l'impasto finchè si sente che cambia consistenza (circa 15-20 minuti)
6) deporre l'impasto in una terrina avvolta in un panno umido e farlo lievitare del doppio (a me è raddoppiato in circa un'ora e un quarto), meglio se la temperatura dell'ambiente è tra i 21° ed i 25° circa.
7) lavorare l'impasto e lasciarlo riposare finchè raddoppia nuovamente (un'altra oretta)
8) per la terza volta lavorare l'impasto e fargli fare l'ultima lievitazione (sempre a raddoppio di massa)
9) stenderlo su una teglia e dargli forma, poi cospargerlo di farina e praticare un taglio
10) Infornare a 180° - 200° per 30 - 40 minuti, non con il forno ventilato ma normale (io ho informato a 200° per 30 minuti). Per vedere se è pronto infilare uno stuzzicadenti e vedere se esce asciutto.
Varianti
Nell'impasto aggiungere un cucchiaio d'olio.
Mettere in forno un pentolino con dell'acqua per mantenere l'umidità.
Tempo totale
4 ore e mezzo circa
IMPORTANTE
Prima di mangiare il pane è bene farlo raffreddare avvolto in un panno asciutto che svolge la funzione delle madie di una volta
300 gr di acqua
15 gr di lievito di birra in cubetto
1 cucchiaino raso di sale
...
1) sciogliere il lievito di birra nell'acqua (tiepida)
2) versare la farina in una terrina e aggiungere l'acqua con il lievito un po' alla volta
3) lavorare l'impasto a mano finchè diventa omogeneo
4) aggiungere il sale (adesso perchè non deve entrare a contatto con il lievito)
5) lavorare l'impasto finchè si sente che cambia consistenza (circa 15-20 minuti)
6) deporre l'impasto in una terrina avvolta in un panno umido e farlo lievitare del doppio (a me è raddoppiato in circa un'ora e un quarto), meglio se la temperatura dell'ambiente è tra i 21° ed i 25° circa.
7) lavorare l'impasto e lasciarlo riposare finchè raddoppia nuovamente (un'altra oretta)
8) per la terza volta lavorare l'impasto e fargli fare l'ultima lievitazione (sempre a raddoppio di massa)
9) stenderlo su una teglia e dargli forma, poi cospargerlo di farina e praticare un taglio
10) Infornare a 180° - 200° per 30 - 40 minuti, non con il forno ventilato ma normale (io ho informato a 200° per 30 minuti). Per vedere se è pronto infilare uno stuzzicadenti e vedere se esce asciutto.
Varianti
Nell'impasto aggiungere un cucchiaio d'olio.
Mettere in forno un pentolino con dell'acqua per mantenere l'umidità.
Tempo totale
4 ore e mezzo circa
IMPORTANTE
Prima di mangiare il pane è bene farlo raffreddare avvolto in un panno asciutto che svolge la funzione delle madie di una volta
giovedì 26 gennaio 2012
Cereali - Il Miglio
Cere-ali:
ali è una particella nella lingua araba che indica qualcosa che ha a
che vedere con i mondi spirituali. Cere, deriva da Cerere, dea delle
messi. Nella parola c’è una parte terrestre ed una celeste.
Tra i cereali il miglio è un cereale spesso disdegnato e conosciuto come mangime per volatili. In realtà è un alimento davvero prezioso.
E' in relazione con il pianeta Mercurio e il giorno di Mercoledì. E' un cereale che rispetto ad altri radica poco, ossia non è uno di quelli che aiutano a mettere radici nella vita, infatti la pianta è frondosa ed è in rapporto con l'aria e la luce.
Contiene molto silicio e per questa ragione si rivela utile per pelle, unghie e capelli. La pelle infatti è ricca di silicio ed è la parte del nostro corpo che ci protegge dal mondo esterno, ma allo stesso tempo permette il passaggio della luce.
Esso contribuisce alla formazione ed alla distribuzione del calore corporeo, combattendo gli indurimenti dovuti alla sedentarietà e all'eccessiva intellettualizzazione.
COME CUCINARLO
Tra i cereali il miglio è un cereale spesso disdegnato e conosciuto come mangime per volatili. In realtà è un alimento davvero prezioso.
E' in relazione con il pianeta Mercurio e il giorno di Mercoledì. E' un cereale che rispetto ad altri radica poco, ossia non è uno di quelli che aiutano a mettere radici nella vita, infatti la pianta è frondosa ed è in rapporto con l'aria e la luce.
Contiene molto silicio e per questa ragione si rivela utile per pelle, unghie e capelli. La pelle infatti è ricca di silicio ed è la parte del nostro corpo che ci protegge dal mondo esterno, ma allo stesso tempo permette il passaggio della luce.
Esso contribuisce alla formazione ed alla distribuzione del calore corporeo, combattendo gli indurimenti dovuti alla sedentarietà e all'eccessiva intellettualizzazione.
COME CUCINARLO
Metterlo
a bagno in una terrina, pulirne le impurità fino a che l’acqua
diventa trasparente.
Si
può tostare prima della cottura, si aggiunge il doppio di acqua, si
porta ad ebollizione, si aggiunge sale e si completa la cottura a fiamma
bassa per 20 minuti.
TORTINO DI MIGLIO
Ingredienti:
miglio
acqua
sale
cipolla
carota
olio
agar agar (facoltativo, è un addensante naturale)
Procedimento
Fare un soffritto abbondante con cipolla, carota, olio e sale. Aggiungere il miglio e mescolare il tutto.
Aggiungere acqua nella porzione di una parte di miglio e due parti abbondanti d'acqua. Aggiungere anche l'alga agar agar.
Aggiungere acqua nella porzione di una parte di miglio e due parti abbondanti d'acqua. Aggiungere anche l'alga agar agar.
Cuocere finchè si asciuga l'acqua.
Stendere il miglio così preparato in una teglia coperta con carta da forno. Infornare per gratinare (circa 45 minuti a 190°).
lunedì 9 gennaio 2012
500 volte GRAZIE
Amici lettori quest'oggi il mio piccolo blog senza pretese festeggia la soglia delle 500 visite!
Con piacere verifico che c'è interesse per i miei scritti e le mie considerazioni...spero che essi portino in voi nuova fiducia e desiderio di condivisione anche nelle vostre vite e nelle vostre relazioni.
Non conosco le persone che mi leggono, solo pochissime, ma certo sono molti di più coloro di cui non so nulla e forse vi faccio un augurio superfluo... Se tra di voi c'è chi ha nel cuore pensieri che non osa condividere temendo di esser preso per sciocco, illuso, inguaribile ottimista...abbiate fiducia ed iniziate ad esprimerli, avrete qualche bella sorpresa.
Io scrivo da anni eppure non avevo mai reso pubblico nulla, ma questo primo tentativo mi sta dicendo che a qualcuno interessa quel che dico e forse ne trae beneficio e nuova speranza. Finchè teniamo i nostri tesori per noi stessi ci sentiremo isolati e soli, ma il mondo attorno a noi ha bisogno di pensieri luminosi ed amorevoli, ne è assetato.
Che lo spunto che vi offro sia per voi stimolo a divenire nuovi creatori di spazi di Fiducia e Speranza.
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