venerdì 16 dicembre 2011

Cose quotidiane - Per un'alternativa Sostenibile


"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."

A. Einstein

Stamattina (16-12-2011), mio marito leggeva sul giornale che il nostro attuale primo ministro (Monti) ci allerta che la situazione, già critica, forse non reggerà per molto. Si parla di una possibilità di recessione, un default del paese come è già successo per la Grecia.
E' corretto che io sottolinei che non sono un'esperta di economia, non conosco i movimenti dei mercati, non so fare prognostici, mi confonde sentire parlare di finanza, non so valutare con sicurezza gli effetti di una recessione...sono una persona come tante altre, che osserva e riflette e pensa a cosa sia possibile fare.
Quando stamattina mio marito mi ha riferito di quanto letto sul giornale, ho iniziato a chiedermi: perché aspettare che succeda il peggio? Perché non iniziamo invece a pensare a delle reali alternative partendo da noi invece che attendere soluzioni dall'esterno?

Il fallimento di un modello economico
Sonoormai molte le voci che sostengono che siamo di fronte alla crisi di un sistema economico. Nella mia semplicità considero questo fatto evidente dato che non è solo l'Italia in crisi, ma un po' tutto il mondo occidentale. E sembra sempre più difficile che questo colosso che è l'economia occidentale, si rimetta in piedi.
Stiamo cercando di tenere in vita qualcosa che in vita non lo è più da tempo; una sorta di accanimento terapeutico che sta sfibrando un po' tutti.
Non sono in grado di dare le spiegazioni che darebbe un economista, ma credo di poter sottolineare come tutta la nostra economia si basi sul Dio-denaro e su tutto un sistema virtuale: virtuali sono i bisogni che ci sono stati indotti (oggetti, beni, tipi di svago, etc.), virtuale e tutto il sistema della finanza, virtuale è il denaro nelle banche, e così via.
E' come se avessimo costruito un palazzo di 30 piani, con 30 cm di fondamenta. A forza di aggiungere piani il palazzo inizia a traballare e a crollare su se stesso. Questo è successo perché il tutto si basa su capitali virtuali, che sostengono una produzione basata su bisogni superflui, per generare capitali che si auto-generano virtualmente nelle borse con annesse speculazioni.
Poi arriva anche la questione del debito. I paesi contraggono debiti, i debiti hanno degli interessi e gli interessi sono diventati così alti che è impossibile pagare anche solo quelli; non se ne esce! Ci si strozza, ed ogni cittadino lo sa, per pagare un debito impagabile. Così l'economia si deprime sempre di più, girano sempre meno soldi, e il circolo vizioso si chiude perché il debito aumenta.

Una nuova economia: mettere al centro l'uomo
Se siete d'accordo con me, possiamo dire che così le cose non funzionano e non si prospettano soluzioni, a meno che.....non apriamo la nostra mente e consideriamo alternative davvero diverse.
Se ponendo al centro di tutta la nostra vita economica (ma anche sociale e relazionale) il Dio-denaro le cose non hanno funzionato, forse al centro dovremmo pensare di metterci qualcosa di ben diverso.
Tolte tutte le suppellettili, tolti tutti gli oggetti, tolti i soldi, tolto tutto ciò che non possiamo o non potremo più acquistare cosa rimane? A me sembra che rimanga l'UOMO, che poi altro non è che l'unica cosa essenziale senza cui tutto il resto non avrebbe nemmeno senso.
Sono ormai decenni che da più parti, si stanno alzando molte voci per dire che ora come ora, l'uomo sta rovinando il pianeta in cui vive, che si deve pensare a modelli di vita più eco-sostenibili ed esiste il discorso di un capo indiano in cui egli fa questa previsione: l'uomo bianco morirà sepolto dai suoi stessi rifiuti. Direi che ci siamo arrivati.
Allora togliamo dal centro le cose e mettiamoci noi stessi. Smettiamo di pensare che solo i sodi sostengono la nostra esistenza, smettiamola di preoccuparci se non possiamo comprare...incominciamo invece a guardare chi abbiamo vicino, a guardare le persone davvero, a togliere il denaro dai nostri rapporti. Incominciamo a guardare l'UOMO.
L'uomo può pensare, può sentire e può agire, l'uomo è un essere sociale. Perchè allora non mettiamo in campo tutto ciò che siamo a partire dalle nostre relazioni? Con i familiari, con gli amici, con i conoscenti, con il negoziante con cui scambiamo sempre due parole piacevoli?
Nella nostra vita sicuramente abbiamo messo in piedi molte relazioni (e se non l'abbiamo fatto è il momento di farlo), diamogli valore.
Una volta scrivevo che fosse per me tornerei al baratto, ma amplierei l'uso comune del termine a tutto ciò che è possibile, quindi non solo “Io produco questo o io ho questo”, ma anche “Io so fare questo, io posso insegnare questo, io posso mettere a disposizione questo, io ho determinate conoscenze” e così via...
Provate a pensarci: quante persone conoscete? Cosa sa fare ciascuna di esse (per lo meno per quanto ne sapete, poi magari sanno fare anche molte altre cose che non avete mai pensato) e cosa sapete fare voi (pensate in grande, non siate modesti)? E pensate di mettere come in un grande contenitore tutte queste abilità, conoscenze e tempo....non vedete quale enorme ricchezza di risorse si crea?
E se ci mettessimo tutti in gioco e ci mettessimo a disposizione l'uno dell'altro non sarebbe forse possibile, non solo una vita economicamente più sostenibile, ma soprattutto immensamente più umana?

1 commento:

  1. Carissima Anna, sono perfettamente d'accordo con te, in tutta la questione. Nemmeno io m'intendo di economia, finanza, annessi e connessi, ma mi sono accorta della sconsiderata importanza che è stata data al Dio-denaro, come lo definisci tu e come io stessa lo definisco da tempo, a discapito del significato della vita e del valore delle relazioni umane. Non siamo più persone, da troppo tempo ormai, ma veniamo definiti solo in base a ciò che possediamo, al peso del nostro conto in banca, alle firme sui nostri vestiti e sugli accessori che li accompagnano... Non esistono più valori nè principi, se non in base alla posizione che occupiamo in questa società ipnotizzata dall'avere ed aliena all'essere. Il baratto. Ci penso da tanto tempo e spesso mi immagino in un contesto in cui monete e banconote lascino il posto al libero scambio. Io so fare questo e lo metto a disposizione di tutti coloro che mi circondano. Tu sai fare quest'altro e fai altrettanto. Ci aiutiamo a vicenda, ci completiamo, sostenendoci e creando armonia, nel più profondo rispetto per la Natura, l'ambiente che ci circonda, i nostri simili e la vita in tutte le sue forme. E' un sogno? Un'utopia? A mio parere sarebbe una meravigliosa realtà, la soluzione a molti problemi, se soltanto avessimo la forza ed il coraggio di guardarci dentro ed infrangere le barriere della nostra cecità. La crisi la sto vivendo sulla mia pelle, soprattutto per motivi personali, ma il senso è lo stesso: trasformazione. Ed io voglio esserci, costi quel che costi. Lotto per le mie idee, per i miei principi, per un mondo migliore. La crisi, personale e globale, mi sta cambiando nel profondo e concludo con una frase del film "Una settimana da Dio": Sii il tuo stesso miracolo! Lo dico a tutti: Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Io lo sarò. Un abbraccio dal cuore.

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