“Questo è
il mio corpo”, “Questo è il mio spirito”
Con queste due sentenze il Cristo
stesso ha indicato la Terra
come il Suo organismo (vedi: La Terra e lo Spirito del Cristo)
E’
possibile iniziare dunque ad avvicinarsi al vincolo vivo tra sé ed il Cristo
attraverso l’amore per la Terra
e quanto in essa vi è di vivente. Nel sentire questo vincolo vivo con il Cristo sta la coscienza
cristiana.
L’evento
cosmico per cui l’Io del Cristo entra in rapporto con l’Io umano si ripete ogni
anno quando le giornate si accorciano e la Terra fisica si addormenta. E’ in questo periodo
che si risveglia la coscienza spirituale della Terra e che noi possiamo entrare
in comunicazione immediata con il Suo Spirito. Perciò non è un caso che la Natività del Signore sia
stabilita nell’epoca dei giorni più brevi e delle notti più lunghe, dato che in
questo avvenimento vi è la presenza dell’anima più elevata dell’evoluzione
terrestre.
Ora lo
Spirito della Terra non è più impegnato nella vita materiale come nelle
stagioni calde, ma si risveglia alla vita spirituale e noi possiamo entrare in
contatto diretto con Esso.
Per essere
cristiani bisogna sentire il vincolo vivo col Cristo che realmente dimora sulla
Terra e che, nel momento in cui sul Golgota il sangue sgorgò dalle ferite,
trasferì la sua attività sulla Terra rendendola così partecipe dell’opera di
Dio (nel testo originale si parla di Opera del Sole e non di Dio, ma questo
aprirebbe tutto un lungo discorso).
La missione del Cristo
Nei tempi
che precedettero la venuta del Cristo, troviamo che vi era un amore collegato
ai vincoli di sangue; essi infatti dicevano: “Io già ero in Abramo” intendendo
che essi si riconoscevano come un unico “Io” legato alla stirpe ed al sangue.
Non percepivano cioè realmente l’Io individuale.
Con il
Cristo invece fa la sua apparizione l’Amore spirituale, indipendente dal sangue
e dalla carne, poiché Egli porta la coscienza dell’Io Sono, l’Io individuale
svincolato dai legami di consanguineità. Egli non dice “Io già ero in Abramo”,
ma “Prima di Abramo era Io sono” (questa traduzione è diversa da quelle
classiche), intendendo che l’Io sono, il principio divino presente in ciascuno,
esisteva prima di Abramo, derivando da Dio medesimo.
Per mezzo
del Cristo dunque è penetrata dell’uomo la cognizione cosciente dell’”Io Sono”,
mentre prima non sentivano la piena divinità dell’entità dell’uomo. Sentivano
l’ “IO sono”, ma lo ricollegavano ai propri antenati.
Egli dunque portò la coscienza che esiste nell’uomo qualche cosa di molto più antico, di
molto più indipendente.
L’”Io sono”
contiene ciò che esiste in ogni singola persona, e l’amore dovrà dunque
rivolgersi alle singole persone, in modo indipendente. Colui che farà dipendere
l’amore dalla base naturale, dai legami del sangue, non sarà Cristiano nel vero
senso; è l’Amore spirituale come vincolo di fratellanza che unisce tutta
l’Umanità.
Chi
comprende questo, penetra profondamente nell’essenza del pensiero Cristiano e
della vita Cristiana e comprende anche perché il Cristo ci dice “Io sono con
voi ogni giorno fino alla fine del mondo”.
Così,
sapendo che l’”Io sono” è al di fuori del tempo, poiché deriva da Dio medesimo,
si comprende anche l’antifona Natalizia che recita ogni volta “Oggi nasce
Cristo per noi”. E’ infatti un avvenimento fuori dal tempo che si compie
nuovamente in ogni Notte di Natale e non un avvenimento che ci limitiamo a
ricordare.
Vedi anche L'anima dei quattro regni: umano, animale, vegetale e minerale
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