lunedì 12 dicembre 2011

Oggi nasce Cristo per noi

Tratto da "Natale - Conferenza, Berlino 1907" di R. Steiner


“Questo è il mio corpo”, “Questo è il mio spirito” 
Con queste due sentenze il Cristo stesso ha indicato la Terra come il Suo organismo (vedi: La Terra e lo Spirito del Cristo)
E’ possibile iniziare dunque ad avvicinarsi al vincolo vivo tra sé ed il Cristo attraverso l’amore per la Terra e quanto in essa vi è di vivente. Nel sentire questo vincolo vivo con il Cristo sta la coscienza cristiana.

L’evento cosmico per cui l’Io del Cristo entra in rapporto con l’Io umano si ripete ogni anno quando le giornate si accorciano e la Terra fisica si addormenta. E’ in questo periodo che si risveglia la coscienza spirituale della Terra e che noi possiamo entrare in comunicazione immediata con il Suo Spirito. Perciò non è un caso che la Natività del Signore sia stabilita nell’epoca dei giorni più brevi e delle notti più lunghe, dato che in questo avvenimento vi è la presenza dell’anima più elevata dell’evoluzione terrestre.
Ora lo Spirito della Terra non è più impegnato nella vita materiale come nelle stagioni calde, ma si risveglia alla vita spirituale e noi possiamo entrare in contatto diretto con Esso.
Per essere cristiani bisogna sentire il vincolo vivo col Cristo che realmente dimora sulla Terra e che, nel momento in cui sul Golgota il sangue sgorgò dalle ferite, trasferì la sua attività sulla Terra rendendola così partecipe dell’opera di Dio (nel testo originale si parla di Opera del Sole e non di Dio, ma questo aprirebbe tutto un lungo discorso).

La missione del Cristo
Nei tempi che precedettero la venuta del Cristo, troviamo che vi era un amore collegato ai vincoli di sangue; essi infatti dicevano: “Io già ero in Abramo” intendendo che essi si riconoscevano come un unico “Io” legato alla stirpe ed al sangue. Non percepivano cioè realmente l’Io individuale.
Con il Cristo invece fa la sua apparizione l’Amore spirituale, indipendente dal sangue e dalla carne, poiché Egli porta la coscienza dell’Io Sono, l’Io individuale svincolato dai legami di consanguineità. Egli non dice “Io già ero in Abramo”, ma “Prima di Abramo era Io sono” (questa traduzione è diversa da quelle classiche), intendendo che l’Io sono, il principio divino presente in ciascuno, esisteva prima di Abramo, derivando da Dio medesimo.
Per mezzo del Cristo dunque è penetrata dell’uomo la cognizione cosciente dell’”Io Sono”, mentre prima non sentivano la piena divinità dell’entità dell’uomo. Sentivano l’ “IO sono”, ma lo ricollegavano ai propri antenati.
Egli dunque portò la coscienza che esiste nell’uomo qualche cosa di molto più antico, di molto più indipendente.
L’”Io sono” contiene ciò che esiste in ogni singola persona, e l’amore dovrà dunque rivolgersi alle singole persone, in modo indipendente. Colui che farà dipendere l’amore dalla base naturale, dai legami del sangue, non sarà Cristiano nel vero senso; è l’Amore spirituale come vincolo di fratellanza che unisce tutta l’Umanità.

Chi comprende questo, penetra profondamente nell’essenza del pensiero Cristiano e della vita Cristiana e comprende anche perché il Cristo ci dice “Io sono con voi ogni giorno fino alla fine del mondo”.
Così, sapendo che l’”Io sono” è al di fuori del tempo, poiché deriva da Dio medesimo, si comprende anche l’antifona Natalizia che recita ogni volta “Oggi nasce Cristo per noi”. E’ infatti un avvenimento fuori dal tempo che si compie nuovamente in ogni Notte di Natale e non un avvenimento che ci limitiamo a ricordare.


Vedi anche L'anima dei quattro regni: umano, animale, vegetale e minerale

Nessun commento:

Posta un commento