<< Se la malattia ha un senso, la sua finalità più sottile e profonda va colta dietro le sue manifestazioni esteriori, va compresa e accolta. (...) Va assecondata, accompagnata e riconosciuta, non repressa o combattuta senza comprenderla. E la visione che permette di non resistere alla malattia ma di accoglierne il messaggio, implica una consapevolezza ardita, richiede una capacità di saper soffrire e di saper cavalcare l'esperienza gestendo strumenti di interiorizzazione e percezione sottile che non sono mai scontati e usuali.
(...) Occorre darsi strumenti per avanzare nel cammino, equipaggiarsi per un buon lavoro di autocoscienza, per riuscire a lasciare il buio e rientrare nella luce con un processo di consapevolezza.
Questa è la chiave di lettura di tutta la Floriterapia: produrre consapevolezza attraverso un'adeguata comprensione del fenomeno malattia, malessere.
(...) "La Malattia è una e una sola" e come tale è frutto di uno squilibrio più profondo, nasce dal disagio dovuto a una cattiva comunicazione tra corpi sottili e corpo fisico (...), può essere vista come un teatro o una cattedrale della rinascita. L'utilizzo del suo potenziale presuppone l'aver acquisito la capacità di "conoscere se stessi", il che equivale ad esempio a saper individuare quali siano i migliori strumenti per affrontare i problemi e gli ostacoli del presente. E così si può desiderare legittimamente di voler attaccare il male con l'approcio allopatico il cui scopo principale è eliminare il sintomi, punto e basta, oppure si può decidere anche di guardare "dentro" alla malattia e cercare di capirla secondo il proprio livello di evoluzione. >>
Tratto da: "La floriterapia oltre Bach - I fiori californiani" di Stefania Rossi
Considerazioni personali
La malattia può essere intesa come uno squilibrio e come tale il processo di guarigione comprende, non solo la cura del sintomo, ma anche un processo di comprensione di ciò che ha determinato lo squilibrio.
Non avviare questo tipo di processo, non solo rende più difficile e meno duratura una vera guarigione, ma ci fa anche mancare una preziosa occasione. Per comprendere questo si dovrebbe uscire dalla visione secondo cui le difficoltà della vita (e quindi anche le malattie) che attraversiamo siano frutto di "sfortuna"; ci si richiede invece di sperimentare una visione diversa in cui tutto è in relazione reciproca e in cui siamo immersi in un mondo sovrasensibile/spirituale che pervade la materia.
Andiamo dunque oltre soma (corpo) e psiche (anima/mente) e consideriamo anche lo pneuma (spirito). Queste tre componenti dell'essere umano sono strettamente intrecciate e correlate, esse devono sussistere in armonia tra loro.
Quando si determina uno squilibrio tra le tre componenti si ha la malattia. E il senso di questa malattia, il senso ampio, risuona più o meno così: fermati, cosa stai facendo nella tua vita, quali scelte stai facendo, quale direzione hai preso?
Ed ecco che questo ci porta a riconsiderare noi stessi, a comprenderci nella nostra profondità ed in relazione al mondo (alle nostre relazioni, ai nostri valori, alle nostre priorità, alla nostra visione della vita, ...).
Nella malattia il nostro corpo ci sta comunicando messaggi che arrivano da piani più sottili, non ignoriamoli!
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